Due comunità gemellate

4.10.05

Come nasce il "gemellaggio"

Breve memoria di una Storia futura


Il termine “gemellaggio” comincia a risuonare tra le mura della nostra Parrocchia nell’autunno del 1999: in sede di Consiglio d’Oratorio e di Commissione Catechesi ci si interroga sul valore pedagogico e spirituale delle “iniziative di carità” proposte ai bambini in Avvento e Quaresima.

- Le “micro-realizzazioni” proposte dal Centro Missionario Diocesano o dalla Caritas sono senz’altro indice di migliaia di situazioni di bisogno sparse su tutto il pianeta, ma non riuscivano ad essere coinvolgenti sul profilo della conoscenza e dell’”affetto” verso le persone e le iniziative sostenute soltanto per poche settimane.

- In fondo in fondo rischiavano di assecondare (e proporre ai bambini) un’interpretazione riduttiva della “dimensione missionaria” e “caritativa” della nostra pastorale, quasi che si tratti di “aiutare i poverini” o “sostenere i missionari”.

- Parlandone insieme, ci si pone l’obiettivo di legarci stabilmente ad una “giovane Chiesa” (non una “missione” o un singolo missionario), con l’intento sì di non dimenticare le gravi situazioni di disuguaglianza presenti nel mondo (non volendo parlare di “terzo” o “quarto mondo”), ma soprattutto aprire delle vie di relazione con dei fratelli che vivono in situazioni diverse rispetto a quelle comunemente incontrate dai nostri ragazzi qui a Milano.

Durante l’anno pastorale 2000-2001 un gruppo di fedeli (ispirati dall’iniziativa “Il Natale diverso”, che si propone di offrire per la carità la cifra abitualmente destinata ai regali natalizi) coinvolge la Parrocchia nella raccolta di fondi per la costruzione di un laboratorio/cappella in Burkina Faso, in una missione dove opera una comunità delle suore di Nostra Signora degli Apostoli (presenti in via Accademia). La cifra raccolta (più di 40 milioni di lire) consente la costruzione dell’edificio e il viaggio di quattro adulti e tre giovani nell’agosto 2001.

Nel marzo 2001 il Consiglio Pastorale Parrocchiale comincia a porre mano alla revisione del Progetto Pastorale Parrocchiale: nelle bozze in discussione appare il termine e l’idea di un “gemellaggio parrocchiale”.

E’ del maggio 2001 una lettera (e un paio di telefonate) al Patriarca di Gerusalemme e al Nunzio Apostolico in Terra Santa, per sondare la possibilità di stringere un sodalizio con una comunità cristiana in Palestina, presumibilmente in Galilea. Pesano in questa direzione la profonda impressione suscitata dal pellegrinaggio in Terra Santa nel Capodanno del 2000 e il desiderio di arricchire la nostra fede attraverso il contatto diretto con le “fonti” della primitiva comunità cristiana (addirittura gesuanica e mariana).

Nel settembre 2001 la Pastorale Giovanile parrocchiale presenta al Consiglio Pastorale e alle famiglie dei bambini e dei ragazzi il suo Progetto Educativo 2001-06 (diviso in due tranches): nel quarto obiettivo troviamo il riferimento ad un “gemellaggio con una giovane Chiesa”.

L’anno pastorale 2001-02 rivela che non si riesce a dar seguito né alla revisione del Progetto Pastorale parrocchiale, né alla relazione stabile con la comunità cristiana conosciuta in Burkina Faso. Nella primavera del 2002 giunge la notizia della partenza di don Remo. Nel settembre 2002 accogliamo il nuovo parroco, don Paolo.

Durante la Quaresima 2003 il Gruppo Missionario parrocchiale sostiene la raccolta di fondi per la costruzione di un pozzo in Burkina Faso, “per concludere l’intervento di S. Luca presso la comunità di Fada”.

A conclusione della settimana estiva dei giovani nell’agosto 2003 si consolida il desiderio di proporre un’esperienza in Africa per l’anno seguente.

Nell’autunno 2003 si avviano i contatti col Centro Missionario Diocesano, col desiderio di aprire un “ponte” con una delle Parrocchie animate dai preti milanesi in Zambia, Camerun o Perù; questa strada si rivela però impraticabile sia per il numero dei giovani coinvolti (un’ipotesi di 15 partecipanti) che per le condizioni delle “missioni” in loco. Vengono quindi sondate altre possibilità, tra le quali è doveroso ricordare una disponibilità (da precisare) di suor Etta (di NSA), che opera in un lebbrosario in Togo.

Mentre si cominciano a raccogliere le adesioni dei giovani ad un “progetto di massima”, trova risposta affermativa la domanda di ospitalità rivolta a mons. Luca Milesi, eparca emerito di Barentu (Eritrea), da anni conosciuto dai sigg. Maria Luisa e Florindo Andreotti, nostri parrocchiani.

I mesi primaverili del 2004 sono dedicati all’organizzazione dell’estate in Eritrea: diffusione della notizia, coinvolgimento della Parrocchia (dal CPP al CdO, dai bambini alle famiglie, dagli anziani alle suore); formazione dei giovani partecipanti; raccolta di fondi per un “regalo” da portare agli ospitanti; visita di mons. Luca in Italia.

Dal 4 al 24 agosto 2004 venti giovani della nostra Parrocchia, accompagnati da don Marco, vivono la prima esperienza in Eritrea, alla sequela del motto: “Vedere, Ascoltare, Convertirci”. Vengono accolti e accompagnati da mons. Luca e dai tre componenti dei tre Istituti Secolari da lui fondati: i Kuddush Kurban, i Brothers of the poors e i Fratelli Ausiliari. Insieme con loro si identificano tre realtà “a misura” della nostra Parrocchia per un rapporto continuativo: l’ospedale di Mogolò, l’orfanotrofio di Barentu e il villaggio di Ebaro.

L’anno pastorale 2004-05 vede la presenza del tema “Eritrea” in alcune proposte parrocchiali: presentazione dell’esperienza al Gru.Mi., al CPP, ai bambini e ai ragazzi della catechesi, a tutta la popolazione; raccolta di materiali e prodotti nei mesi invernali e successiva spedizione di un container; contatti con i fratelli incontrati in Eritrea e con alcuni eritrei residenti a Milano; preghiera e animazione della comunità cristiana; accoglienza di mons. Luca in un suo viaggio in Italia. Il CPP (nella seduta del 13.12.2004) chiede di proseguire l’approfondimento della conoscenza reciproca e di rimandare l’”ufficializzazione” del “gemellaggio” all’estate 2006; nell’agosto 2005 sarà possibile che alcuni parrocchiani facciano visita ai fratelli eritrei, per non perdere il contatto e per sondare ulteriori strade per dare concretezza e stabilità alla relazione fra Chiese sorelle.

Nella primavera 2005 si chiede ad alcune coppie di rendersi disponibili per un paio di settimane estive in Eritrea; alla fine si raccolgono quattro coppie di sposi e un ragazzo.

L’8 agosto 2005 nove comparrocchiani, accompagnati da don Marco, partono per un viaggio/pellegrinaggio in Eritrea, a nome della Parrocchia San Luca e per verificare quanto richiesto dal CPP, alla luce del motto: “La nostra chiesa è la vostra chiesa”. Dal giorno del loro ritorno in Italia (25 agosto 2005) si rendono disponibili a presentare i frutti del loro “mandato”.

1 Comments:

Blogger Maxyeah said...

commento id prova...non consideratelo

4/10/05 17:30

 

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