Due comunità gemellate

28.4.07

Mercatino pro-Eritrea

9.4.07

Quaresima 2007



18.1.07

Spettacolo pro-Eritrea


Ringraziamo di cuore il Coro Ensemble, che ha regalato alla nostra gente un pomeriggio simpatico, coinvolgente, a tratti commovente!
La generosità dei coristi e l'unanime soddisfazione del pubblico ha fatto raccogliere 1.200,00 euro per i fratelli eritrei: GRAZIE!

21.12.06

Auguri di Natale

Ecco la lettera con gli auguri di Natale inviataci da Monsignor Luca, a nome dei nostri fratelli gemelli.

13.12.06

Aggiungi un posto a tavola!

9.12.06

Prodi incontra Afwerki

* ITALIA-ERITREA: PRODI INCONTRA PRESIDENTE AFWERKI
(AGI) - Roma, 5 dic. - Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha incontrato ieri, 4 dicembre 2006, il Presidente dell'Eritrea, Isaias Afwerki, in questi giorni in Italia in visita privata.
Oggetto del breve incontro, e' stato, in particolare, lo stato delle relazioni bilaterali. Il presidente del Consiglio ha espresso - informa una nota - la sua piu' viva preoccupazione per l'evoluzione politica in atto in Eritrea che sta portando il governo di Asmara ad assumere orientamenti sempre piu' rigidi che ostacolano la tutela dei legittimi interessi dell'Italia.
Prodi ha sottolineato l'aspettativa italiana per una sollecita e concreta azione eritrea per la soluzione delle questioni bilaterali tuttora pendenti, che da tempo ostacolano lo sviluppo delle relazioni tra i due paesi (tra cui i titoli di proprieta' degli immobili di nostri connazionali, il rilascio dei permessi di lavoro per i cittadini italiani residenti e delle autorizzazioni ad operare per le Ong italiane).
Il presidente del Consiglio ha manifestato la disponibilita' italiana a rilanciare le relazioni tra i due paesi, invitando a passare dalle parole ai fatti. Il colloquio si e' concluso con uno scambio di valutazioni sulle principali crisi in atto nel Corno d'Africa. Il presidente del Consiglio ha poi fortemente auspicato che la decisione arbitrale della Commissione sui confini possa trovare pronta applicazione per arrivare al superamento della disputa tra l'Etiopia e l'Eritrea e che entrambi i Paesi facciano la loro parte per facilitare il dialogo tra le autorita' federali transitorie e l'Unione delle corti islamiche in Somalia. (AGI) - 05/12/2006

Appello dei Vescovi di Eritrea ed Etiopia

* AFRICA - Appello alla riconciliazione dei Vescovi di Etiopia ed Eritrea tra le “due nazioni sorelle”
Roma (Agenzia Fides)- “Desideriamo ancora una volta rivolgerci a voi, nostri amati fedeli cattolici e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, con un messaggio di pace e di riconciliazione, come abbiamo fatto in occasioni precedenti, accentuando la nostra preghiera al Signore della Pace senza perdere la speranza che questo dono prezioso ci sarà concesso da Dio”. Così i Vescovi di Etiopia ed Eritrea hanno lanciato un nuovo appello per la pace tra le due nazioni, le cui relazioni rimangono tese a 6 anni dalla conclusione della sanguinosa guerra del 1998-2000, che ha provocato almeno 200mila morti.
“Vi esortiamo a continuare a pregare per la pace e la riconciliazione per guarire le ferite che ci siamo causati a vicenda e per ricercare una soluzione giusta che ponga fine al conflitto tra le nostre nazioni sorelle” hanno affermato i Vescovi etiopici ed eritrei al termine della loro Assemblea Plenaria che si è tenuta in Vaticano dal 16 al 20 ottobre.
I Vescovi fanno appello a tutti per “costruire la fiducia reciproca, la speranza e lavorare a favore della mutua comprensione, la cooperazione e lo sviluppo nei nostri rispettivi Paesi”. I leader della Chiesa cattolica in Etiopia ed Eritrea affermano che i due Paesi devono superare le loro divergenze per collaborare ad affrontare insieme i problemi comuni che colpiscono entrambi: povertà, malattia, calamità naturali (dalla siccità alle inondazioni), pandemia dell’AIDS.
La tensione tra Etiopia ed Eritrea è risalita sia lungo la frontiera tra i due Paesi, sia per la situazione venutasi a creare in Somalia, dopo la presa del potere a Mogadiscio delle Corti islamiche.
Lo scorso agosto, infatti, il governo eritreo ha respinto formalmente le accuse delle Corti islamiche di avere inviato 2mila militari nel Paese e, contemporaneamente, quelle dell'Etiopia di avere rifornito di armi gli islamici. Anche Addis Abeba ha smentito l'invio di truppe per sostenere il debole governo provvisorio somalo, insediatosi a Baidoa dopo la presa di Mogadiscio di inizio giugno, nonostante un rapporto Onu abbia confermato la presenza di militari di Addis Abeba nei pressi di Baidoa. (L.M.) (Agenzia Fides www.fides.org 9/11/2006 righe 28 parole 364)

26.11.06

Appuntamenti importanti

Quest'anno vogliamo darci degli appuntamenti di preghiera fissi per l'Eritrea.
Così, oltre la recita mensile della preghiera del gemellaggio alla messa domenicale, abbiamo pensato di trovarci, sempre una volta al mese, alle 18:30 in chiesa, per dire il rosario per il nostri fratelli eritrei.
Sul volantino trovate tutte le date.


Preghiera del gemellaggio

Dopo la celebrazione del gemellaggio del 20 Agosto, ecco a voi la nuova preghiera che ci accompagnerà durante le messe domenicali, per ricordarci dei nostri fratelli eritrei.


Spirito Santo,
datore di ogni grazia,
ti lodiamo
riconoscenti per il dono
dell’amicizia dei fratelli eritrei.
Infondi e rafforza in noi
il desiderio di comunione
tra le nostre chiese gemelle
perché sempre più
la loro vita sia la nostra vita,
la loro fede sia la nostra fede,
il loro bene sia il nostro bene.
Come Figli dell’Unico Padre
spezziamo il Pane e la Parola
che Lui ci ha donato
e nell’amore vicendevole
tutti ci riconoscano
testimoni di Cristo.

Maria, tempio dello Spirito Santo,
prega per noi

28.8.06

Preparazione al Gemellaggio!

3.5.06

Raccolta durante le Messe

Sottoscrizione a premi

Invito in Eritrea

22.10.05

Pregano per noi in Eritrea


20.10.05

Benedetto XVI ai Vescovi di Eritrea e Etiopia

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
A CONCLUSIONE DELLA VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"
DEI VESCOVI DELL'ETIOPIA E DELL'ERITREA

Pontificio Collegio Etiopico in Vaticano
Lunedì, 17 ottobre 2005

Clicca qui per andare alla pagina dell'intervento

Cari Fratelli Vescovi,

vi saluto con gioia, Vescovi dell'Etiopia e dell'Eritrea, in occasione della vostra visita ad limina Apostolorum e vi ringrazio per le parole cordiali che a vostro nome mi ha rivolto l'Arcivescovo Berhaneyesus Souraphiel, Presidente della vostra Conferenza Episcopale. È particolarmente opportuno che questo incontro si svolga qui, nel Pontificio Collegio Etiopico, mentre celebrate il settantacinquesimo anniversario dell'inaugurazione dell'edificio attuale. Il sito del collegio, qui, all'interno della Città del Vaticano, è un segno eloquente degli stretti vincoli di comunione che uniscono la Chiesa nei vostri Paesi con la Sede di Roma. Siete eredi di una tradizione antica e venerabile di testimonianza cristiana, i cui semi sono stati piantati quando il ministro dell'Etiopia Queen chiese di venire battezzato (cfr At 8, 36). In secoli recenti, i popoli del Corno d'Africa hanno accolto missionari europei la cui opera ha rafforzato i vincoli fra la Sede di Pietro e la Chiesa locale. Sono lieto di osservare che oggi i cattolici nei vostri territori continuano a proclamare all'unisono la fede apostolica trasmessa "perché il mondo creda" (Gv 17, 21).

Infatti, la testimonianza congiunta che recate, trascendendo qualsiasi divisione politica ed etica, ha un ruolo vitale da svolgere nel portare conforto e riconciliazione nella regione inquieta in cui vivete. Quando esiste un impegno autentico nella sequela di Cristo "la via, la verità, la vita" (Gv 14, 6), le difficoltà e le incomprensioni di qualunque genere possono essere superate perché in Lui Dio ha riconciliato il mondo con se stesso (cfr 2 Cor 5, 19) e in Lui tutti i popoli possono trovare la risposta alle loro più profonde aspirazioni. In particolare, vi incoraggio a esprimere solidarietà in qualunque modo potete ai vostri fratelli e alle vostre sorelle sofferenti in Somalia, dove l'instabilità politica rende quasi impossibile vivere con la dignità propria di ogni persona umana. In quanto autentici maestri di fede, aiutate il vostro popolo a comprendere che non può esistere la pace senza la giustizia né la giustizia senza il perdono (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002). In questo modo sarete figli autentici del vostro Padre celeste (cfr Mt 5, 45).

Nei vostri Paesi, dove i cattolici sono una piccola minoranza, l'opera di dialogo ecumenico assume una particolare urgenza, e sono lieto del fatto che la Conferenza Episcopale stia affrontando questa sfida. Indipendentemente dagli ostacoli che incontrerete, non fatevi scoraggiare dal portare avanti questo compito vitale. Fra i cristiani, la fraternità autentica non è un mero sentimento né implica indifferenza per la verità. È radicata nel Sacramento del Battesimo che ci rende membri del Corpo di Cristo (cfr 1 Cor 12, 13; Ef 4, 4-6). Poiché il progresso ecumenico dipende anche da una buona formazione teologica, bisognerebbe promuoverlo mediante la creazione di una università cattolica in Etiopia. Rendo grazie a Dio perché le lunghe negoziazioni relative a tale progetto hanno recentemente recato frutto. L'ecumenismo concreto sotto forma di sforzi umanitari congiunti servirà a rafforzare i vincoli di comunione nel raggiungere con compassione cristiana i malati, coloro che soffrono la fame, i rifugiati, i dislocati e le vittime della guerra.

Come sapete, di recente, ho avuto la gioia di celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù con una moltitudine di giovani di tutto il mondo. Nei vostri Paesi, nei quali circa metà della popolazione è al di sotto dei vent'anni, anche voi avete numerose opportunità per raccogliere la vitalità e l'entusiasmo della nuova generazione. Con i loro ideali, la loro energia e il loro desiderio di impegnarsi profondamente in tutto ciò che è buono e vero, i giovani devono essere aiutati a scoprire che l'amicizia con Cristo offre loro quanto essi cercano (cfr Omelia per l'inaugurazione del Pontificato, 24 aprile 2005). Incoraggiateli a intraprendere l'avventura della sequela di Cristo e a riconoscere la chiamata di Dio a servirlo nel sacerdozio e nella vita religiosa e a rispondere a essa. Mentre onoro l'opera di generazioni di missionari, inclusi quelli attuali, prego anche affinché i semi che sono stati piantati continuino a recare frutto in un abbondante raccolto di vocazioni indigene.

La vostra visita a Roma si svolge durante le giornate conclusive di questo Anno dell'Eucaristia. Concludendo le mie osservazioni oggi, vi esorto ad approfondire la vostra devozione personale per questo grande mistero, mediante il quale Cristo si dona totalmente a noi per nutrirci e per trasformarci a sua immagine. Il vostro popolo ha vissuto la carestia, l'oppressione e la guerra. Aiutatelo a scoprire nell'Eucaristia l'atto centrale della trasformazione che da sola può veramente rinnovare il mondo, mutando la violenza in amore, la schiavitù in libertà, la morte in vita (cfr Omelia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, 21 agosto 2005). Affido voi e i vostri sacerdoti, i diaconi, i religiosi e i laici all'intercessione di Maria, Donna dell'Eucaristia, e imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di grazia e di forza nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

4.10.05

Alcune iniziative di questi mesi












Come nasce il "gemellaggio"

Breve memoria di una Storia futura


Il termine “gemellaggio” comincia a risuonare tra le mura della nostra Parrocchia nell’autunno del 1999: in sede di Consiglio d’Oratorio e di Commissione Catechesi ci si interroga sul valore pedagogico e spirituale delle “iniziative di carità” proposte ai bambini in Avvento e Quaresima.

- Le “micro-realizzazioni” proposte dal Centro Missionario Diocesano o dalla Caritas sono senz’altro indice di migliaia di situazioni di bisogno sparse su tutto il pianeta, ma non riuscivano ad essere coinvolgenti sul profilo della conoscenza e dell’”affetto” verso le persone e le iniziative sostenute soltanto per poche settimane.

- In fondo in fondo rischiavano di assecondare (e proporre ai bambini) un’interpretazione riduttiva della “dimensione missionaria” e “caritativa” della nostra pastorale, quasi che si tratti di “aiutare i poverini” o “sostenere i missionari”.

- Parlandone insieme, ci si pone l’obiettivo di legarci stabilmente ad una “giovane Chiesa” (non una “missione” o un singolo missionario), con l’intento sì di non dimenticare le gravi situazioni di disuguaglianza presenti nel mondo (non volendo parlare di “terzo” o “quarto mondo”), ma soprattutto aprire delle vie di relazione con dei fratelli che vivono in situazioni diverse rispetto a quelle comunemente incontrate dai nostri ragazzi qui a Milano.

Durante l’anno pastorale 2000-2001 un gruppo di fedeli (ispirati dall’iniziativa “Il Natale diverso”, che si propone di offrire per la carità la cifra abitualmente destinata ai regali natalizi) coinvolge la Parrocchia nella raccolta di fondi per la costruzione di un laboratorio/cappella in Burkina Faso, in una missione dove opera una comunità delle suore di Nostra Signora degli Apostoli (presenti in via Accademia). La cifra raccolta (più di 40 milioni di lire) consente la costruzione dell’edificio e il viaggio di quattro adulti e tre giovani nell’agosto 2001.

Nel marzo 2001 il Consiglio Pastorale Parrocchiale comincia a porre mano alla revisione del Progetto Pastorale Parrocchiale: nelle bozze in discussione appare il termine e l’idea di un “gemellaggio parrocchiale”.

E’ del maggio 2001 una lettera (e un paio di telefonate) al Patriarca di Gerusalemme e al Nunzio Apostolico in Terra Santa, per sondare la possibilità di stringere un sodalizio con una comunità cristiana in Palestina, presumibilmente in Galilea. Pesano in questa direzione la profonda impressione suscitata dal pellegrinaggio in Terra Santa nel Capodanno del 2000 e il desiderio di arricchire la nostra fede attraverso il contatto diretto con le “fonti” della primitiva comunità cristiana (addirittura gesuanica e mariana).

Nel settembre 2001 la Pastorale Giovanile parrocchiale presenta al Consiglio Pastorale e alle famiglie dei bambini e dei ragazzi il suo Progetto Educativo 2001-06 (diviso in due tranches): nel quarto obiettivo troviamo il riferimento ad un “gemellaggio con una giovane Chiesa”.

L’anno pastorale 2001-02 rivela che non si riesce a dar seguito né alla revisione del Progetto Pastorale parrocchiale, né alla relazione stabile con la comunità cristiana conosciuta in Burkina Faso. Nella primavera del 2002 giunge la notizia della partenza di don Remo. Nel settembre 2002 accogliamo il nuovo parroco, don Paolo.

Durante la Quaresima 2003 il Gruppo Missionario parrocchiale sostiene la raccolta di fondi per la costruzione di un pozzo in Burkina Faso, “per concludere l’intervento di S. Luca presso la comunità di Fada”.

A conclusione della settimana estiva dei giovani nell’agosto 2003 si consolida il desiderio di proporre un’esperienza in Africa per l’anno seguente.

Nell’autunno 2003 si avviano i contatti col Centro Missionario Diocesano, col desiderio di aprire un “ponte” con una delle Parrocchie animate dai preti milanesi in Zambia, Camerun o Perù; questa strada si rivela però impraticabile sia per il numero dei giovani coinvolti (un’ipotesi di 15 partecipanti) che per le condizioni delle “missioni” in loco. Vengono quindi sondate altre possibilità, tra le quali è doveroso ricordare una disponibilità (da precisare) di suor Etta (di NSA), che opera in un lebbrosario in Togo.

Mentre si cominciano a raccogliere le adesioni dei giovani ad un “progetto di massima”, trova risposta affermativa la domanda di ospitalità rivolta a mons. Luca Milesi, eparca emerito di Barentu (Eritrea), da anni conosciuto dai sigg. Maria Luisa e Florindo Andreotti, nostri parrocchiani.

I mesi primaverili del 2004 sono dedicati all’organizzazione dell’estate in Eritrea: diffusione della notizia, coinvolgimento della Parrocchia (dal CPP al CdO, dai bambini alle famiglie, dagli anziani alle suore); formazione dei giovani partecipanti; raccolta di fondi per un “regalo” da portare agli ospitanti; visita di mons. Luca in Italia.

Dal 4 al 24 agosto 2004 venti giovani della nostra Parrocchia, accompagnati da don Marco, vivono la prima esperienza in Eritrea, alla sequela del motto: “Vedere, Ascoltare, Convertirci”. Vengono accolti e accompagnati da mons. Luca e dai tre componenti dei tre Istituti Secolari da lui fondati: i Kuddush Kurban, i Brothers of the poors e i Fratelli Ausiliari. Insieme con loro si identificano tre realtà “a misura” della nostra Parrocchia per un rapporto continuativo: l’ospedale di Mogolò, l’orfanotrofio di Barentu e il villaggio di Ebaro.

L’anno pastorale 2004-05 vede la presenza del tema “Eritrea” in alcune proposte parrocchiali: presentazione dell’esperienza al Gru.Mi., al CPP, ai bambini e ai ragazzi della catechesi, a tutta la popolazione; raccolta di materiali e prodotti nei mesi invernali e successiva spedizione di un container; contatti con i fratelli incontrati in Eritrea e con alcuni eritrei residenti a Milano; preghiera e animazione della comunità cristiana; accoglienza di mons. Luca in un suo viaggio in Italia. Il CPP (nella seduta del 13.12.2004) chiede di proseguire l’approfondimento della conoscenza reciproca e di rimandare l’”ufficializzazione” del “gemellaggio” all’estate 2006; nell’agosto 2005 sarà possibile che alcuni parrocchiani facciano visita ai fratelli eritrei, per non perdere il contatto e per sondare ulteriori strade per dare concretezza e stabilità alla relazione fra Chiese sorelle.

Nella primavera 2005 si chiede ad alcune coppie di rendersi disponibili per un paio di settimane estive in Eritrea; alla fine si raccolgono quattro coppie di sposi e un ragazzo.

L’8 agosto 2005 nove comparrocchiani, accompagnati da don Marco, partono per un viaggio/pellegrinaggio in Eritrea, a nome della Parrocchia San Luca e per verificare quanto richiesto dal CPP, alla luce del motto: “La nostra chiesa è la vostra chiesa”. Dal giorno del loro ritorno in Italia (25 agosto 2005) si rendono disponibili a presentare i frutti del loro “mandato”.

Proposte collaborazioni con Ebaro

Proposte collaborazioni con Mogolò

Proposte collaborazioni con Barentu